domenica 6 maggio 2012

dopo 42 anni della dipendenza dal nucleare

Stasera, del 5 maggio  2012,
festeggiamo 
la liberazione del Giappone
dall'energia nucleare
by Harumi Mat.

l'articolo pubblicato su Mamma!
Pesce di maggio per l’astinenza al nucleare

Quando leggete queste righe, chissà se la nostra carpa verde sia ancora viva e vegeta, oppure sarà stata ammazzata e sepolta viva, anzi, pescata e eviscerata, poi cotta a piacimento per essere servita al banchetto della lobby nucleare (giapponese e non).

La carpa verde rappresenta un simbolo adottato di recente dalla società civile giapponese per festeggiare l’uscita di fatto – pur per ora considerato momentaneo – del Paese dalla dipendenza dall’energia nucleare che era prevista per la tarda notte del 5 maggio scorso.
Infatti, dopo l’incidente nucleare di Fukushima in seguito alle terribili scosse e dallo tsunami dell’11 marzo 2011, anche i reattori giapponesi, non danneggiati dal sisma e rimasti in funzione, sono stati spenti l’uno dopo l’altro o per essere sottoposti ai controlli periodici o per guasti e anomalie senza che gli altri venissero riattivati a causa delle crescenti opposizioni popolari. Così a fine d’estate scorsa è iniziato il conto alla rovescia: il numero dei reattori operativi nell’arcipelago andava riducendosi ogni mese fino ad arrivare al fatidico zero. Alle 23.03 ore locali del 5 maggio, si è fermato l’ultimo dei 50 reattori nucleari in esercizio commerciale, il numero 3 della centrale di Tomari nell’isola di Hokkaido di fronte all’isola russa Sachalin.

Non sarebbe esagerato definirlo un momento storico dato che è successo per la prima volta in 42 anni, cioè dal 1970 quando per alcuni giorni gli unici due reattori commerciali all’epoca esistenti nel Paese si arrestarono contemporaneamente.
Era una giornata di liberazione per i vecchi antinuclearisti e un momento di grande sollievo e di gioia per tantissimi cittadini comuni, soprattutto i giovani.

I vecchi abituati al nucleare che neanche Fukushima ha potuto fargli cambiare l’idea riusciranno ad abituarsi a questa novità?

Koinoboriil coraggio e la determinazione davanti alle difficoltà

Però, che ci entra una carpa con tutto questo? 

Ci entra eccome. Il giorno del 5 maggio è una festività giapponese dedicata ai bambini. Gli si augura un futuro meraviglioso e si festeggia facendo sventolare una specie di manica a vento a forma di carpa. Una volta, quando maggior parte delle abitazioni erano fatte di case basse, da metà aprile fino al 5 maggio sopra i tetti nel cielo giapponese volavano tantissime carpe: ad una canna di bambù vengono legati spesso tre o quattro carpe in tessuto; il più grosso in alto è disegnato in nero e rappresenta il babbo mentre la seconda un po’ più piccola in colore rosso raffigura la mamma, seguita da una o due giovani carpe piccole azzurre. Oggi, con tanti palazzi e grattacieli condominiali il paesaggio cittadino è assai cambiato. Eppure nelle famiglie con piccoli bambini, maschietti in particolare, non mancherà di certo quest’addobbo.

Allora, ad alcune associazioni ambientaliste è venuta l’idea di lanciare una nuova carpa da aggiungere a quelle tradizionali, di colore verde, naturalmente, perché si addice alla sostenibilità e a una nuova era, quella senza nucleare. Per pubblicizzarla avevano organizzato per la giornata della Terra il 22 aprile, un allegro corteo dei giovani che attraversava nel cuore di Tokyo.

Sarebbe stato difficile scegliere un simbolo migliore.

C’era già una felice coincidenza della data: l’ultimo reattore nucleare si arresta per la festa dei bambini, le prime vittime dell’incidente atomico. Tra l’altro, si dice che la festività deriva da un rito medioevale (risalente al secolo VIII), celebrato nella corte per scongiurare calamità naturali (quindi, i terremoti compresi). Anche la scelta della carpa, comparsa solo nel Settecento nelle usanze popolari, ha un riferimento in una leggenda cinese altrettanto significativa: la carpa era l’unico tra i pesci capace di risalire una grande cascata del fiume giallo che, alla fine, si trasformava in un drago, animale di fantasia e di buon auspicio. Perciò la carpa veniva introdotta alla festa giapponese con la speranza che i bambini crescano sani, coraggiosi e vincenti. Riuscirà anche la nostra carpa verde a risalire il minaccioso torrente nuclearista e trasformarsi in un drago liberatore?

Staremo a vedere. Anzi, se volere tifare per la carpa, avete un mezzo per farlo: sottoscrivere a “Appello per una moratoria nucleare in Giappone e per l’immediata rimozione del combustibile nucleare dall’impianto di Fukushima”, lanciato poche settimane fa da un gruppo di scienziati italiani: http://isdepalermo.ning.com/notes/Fukushima

L’autrice di questa carpa verde è tra i promotori ed estensori dell’appello, artista giapponese residente a Firenze che me l’ha mandata per la vigilia: “Finalmente siamo giunti il momento di desistere davvero dall’energia nucleare. Le preoccupazioni per il futuro del Giappone (e del mondo) non ci mancano, ma, almeno per stasera, nessuno ci nega festeggiare!”.

Yukari Saito ©

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