domenica 3 novembre 2013

Peace & Green Boat 2013 - Album fotografico - IX e ultima parte

Ripartita da ShangHai la sera del 25 ottobre l'Arca della Pace riattraversa il Mar Cinese Orientale per ritornare al Porto di partenza a Hakata in Kyushu. (Per i passeggeri coreani, invece, la la crociera continua ancora un giorno fino a Busan).

La sera del 25, abbiamo assistito a una conferenza su un altro tema molto caro al nostro Centro di documentazione: la pena di morte; il titolo era: Va bene mandare al patibolo chi uccide i nostri familiari?
A parlare e' stato il giornalista e regista documentario Tatsuya Mori. Dopo averci fatto vedere un filmato sul sistema penale della Norvegia, poco punitivo che mira al ricupero nella societa' di chi ha commesso un crimine, il relatore l'ha commentato e aperto un dibattito col platea che si e' animato nonostante era a fine di una giornata molto lunga.


 L'ultima giornata, 26 ottobre, si trascorre interamente sul mare; seguiamo una serie di incontri, molto variegati tra di loro: cominciando con un Rakugo (narrazione comica) di Kokontei Kikuchiyo, assistere in mattinata a una conferenza contro nucleare. Nel pomeriggio, invece, partecipiamo a 3 incontri: il primo e' un dibattito sul rapporto tra Corea e Giappone, i due paesi cosi vicini e lontani; il secondo e' un incontro sulla testimonianza di Hibakusha - sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki - di seconda generazione; alla fine si va a sentire un altro dibattito sul rapporto tra Corea e Giappone dove fa parlare soprattutto i coreani di seconda o terza generazioni nati e residenti in Giappone.

Tutto intrinsecamente legato a "Peace & Green Boat", viene condotto delle due ong organizzatrici, giapponese e coreana, con la preziosa assistenza linguistica dei Communication coordinators.

Per ora, ci limitiamo ad allestire una manciata di foto piu' rappresentative.
 
Kokontei Kikuchiyo si esibisce in giapponese e in coreano

Incontro 'Basta Nucleare, no grazie all'acqua contaminata!'
 tra i relatori: Masashi Goto (ex progettista di NPP Hitachi), Hiroko Uehara (segretario generale dell'alleanza dei sindaci per l'uscita dal nucleare), Kim Jung Uk (Seoul University Emeritus Professor) 



immagine del gruppo della quinta edizione di Peace & Green Boat che visita una centrale nucleare coreana






 Tramandare le testimonianze dei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki - il compito della seconda generazione di Hibakusha: Chizuko Kado 
 





 








L'albero di stelle: i passeggeri scrivono una frase su come vuole o intende realizzare una convivenza pacifica e comprensione reciproca tra i due popoli. L'albero, inizialmente uno solo e' stato moltiplicato  in 3: sembra che si aspettino un'annata buona.
  

 







Il dibattito sul rapporto tra i due paesi e' stato molto animato.
Una delle domande poste al pubblico: secondo te, Giappone e Corea riescono a stabilire un rapporto armonioso?

Non pochi l'hanno subito contestato: ma che razza di domanda fate? Non siamo gia' in un ottimo rapporto?
Una sensazione, tuttavia, condivisa da molti: il rapporto e' piuttosto buono finche' resta personale, tra individui a prescindere dall'appartenenza nazionale; quando subentra lo Stato, il discorso si complica e avverena i rapporti. 
Ma, questo non e' mica una novita'; solo che non pochi non ne sono consapevoli.
  

Peace & Green Boat 2013 - Album fotografico part VIII

La penultima puntata e' interamente dedicata alla Cina (ShangHai + Nanchino).

L'arrivo a ShangHai nella serata del 24 ottobre - in anticipo rispetto al programma - permette a molti passeggeri una breve visita notturna alla metropoli illuminata.

Il giorno dopo ci uniamo al gruppo che visita Nanchino (che dista di circa 300 km) per visitare il Museo del massacro di Nanchino e ascoltare una testimonianza di una sopravvissuta. Si tratta di un viaggio piuttosto impegnativo - da tanti punti di vista - ma doveroso sia come giapponese sia come essere umano, ed e' utile comunque per capire lo spirito fondante della Peace Boat.

Monumento per la Pace al Museo sul Massacro di Nanchino

  

I giornali giapponesi che annunciavano 'la vittoria" a Nanchino












 Incontro per ascoltare una testimonianza e riflettere insieme
la signora Yang Cui Ying, sopravvissuta al massacro di Nanchino offre la sua testimonianza
 


  
                a destra della testimone il direttore del Museo Zhu Chengshan, Tatsuya Yoshioka di Peace Boat,                           testimone coreana delle confort women Lee Yong-soo
le due vittime superstite si abbracciano in lacrime

 In seguito allo sambio dei doni tra Peace Boat e il Museo prendono parola tre giovani: la giapponese Natsuki Hatae, rappresentante di Bridge for Peace, un ragazzo coreano di 11 anni che viaggia con Peace & Green Boat poi uno studente cinese di Nanchino.


Al termine dell'incontro usciamo tutti insieme per andare a depositare una corona di fiori ai piedi del monumento della pace (la foto in alto).

























Peace & Green Boat 2013 - Album fotografico part VII

Mercoledi 23 ottobre - il sesto giorno del viaggio a bordo di Peace & Green Boat: doveva essere una lunga giornata da passare su terra ferma di Okinawa. Invece, la nave resta traballante tra le onde e alle 7 di mattina arriva un annuncio: Il porto di Naha e' stato chiuso a causa di un enorme tifone in arrivo; non e' possibile approdare e siamo costretti a rinunciare alla tappa prevista e a dirigerci verso il porto successivo, cioe' a ShangHai. Pazienza.
E' piuttosto paradossale: perche' dal punto di vista puramente geometrico-geografico, era piu' logico andare a ShangHai subito dopo Busan prima di andare a Taiwan poi dirigerci verso Okinawa. Ma non era possibile, perche' le autorita' della Repubblica popolare cinese non autorizzano le navi di fare un tragitto diretto con l'isola di Taiwan.
 
Tra i nostri 'navigatori' c'erano diverse persone che dovevano sbarcare o imbarcare a Naha. E alcuni relatori in procinto a unirsi a noi dal porto di Okinawa, sono stati dirottati a Tokyo per prendere un aereo diretto a ShangHai.

La signora Takazato di Okinawa che doveva tornare a casa decidera' di tenere un'altra conferenza straordinaria per il giorno successivo per farci visitare 'virtualmente' quello che avremmo dovuto vedere dal vivo. 
Peace Boat, invece, proporra' una conferenza globale sull'Articolo 9 bis a bordo approfittando della presenza di alcuni ospiti e organizzatori coinvolti all'incontro svoltosi a Osaka una settimana fa.

Insomma, a bordo, non c'e' il tempo per annoiarsi.
Qui pubblichiamo alcune immagini di due giornate a bordo tra il 23 e il 24 prima dell'arrivo a ShangHai.

Una lezione su Okinawa che non abbiamo potuto visitare:


 

Global conference on boad A che serve l'Articolo 9 della Costituzione giapponese?

L'articolo 9 che nega allo Stato il diritto di belligeranza e' ormai un patrimonio non solo dei giapponesi ma del mondo, sostengono i relatori. 
Se tiene conto dell'indicibile sacrificio dei civili nell'Asia causato dall'imperialismo nipponico, e' da considerarsi di un pegno dai giapponesi dato alle popolazioni dei paesi vicini per garantire una convivenza sicura. Ma, oggi, forse il paese che ne ha piu' bisogno saranno gli Stati Uniti, sostiene Ann Wright.